In laboratorio ne capitano di tutti i colori!! 

E le storie che le portano qui sono le più sorprendenti ed incredibili, a volte da non credere. Da chi ha lasciato la chitarra nel baule dell’auto ed a un semaforo, per un corto circuito dell’impianto radio, ha preso fuoco.
A chi si è buttato sul divano,dopo una lunga giornata di lavoro, cadendo sulla chitarra fatta a mano della moglie che sarebbe tornata a giorni da una vacanza. A chi, dopo mezz’ora dall’acquisto della sua prima chitarra acustica, torna con la chitarra in una mano e la paletta nell’altra dicendo: “l’ho appoggiata alla parete ma è caduta di lato.

A chi con la chitarra scollata sul fondo ormai diventato una banana mi spiegava: “e pensare che l’ho sempre tenuta bene…ma mi si è allagata la cantina!!” E un altro: “Sai, in vacanza, la sera al fuoco abbiamo fatto una danza, alla fine, stanco mi sono seduto….sulla mia chitarra! Si può fare qualcosa? La domanda più frequente è: si può fare qualcosa? La risposta più frequente è (per alcuni tipi di chitarre): “Sì, conosci una compagnia teatrale di clown che rompono gli strumenti sulla testa…regalagliela. 

Le riparazioni più frequenti sono l’incollaggio del ponte staccato dalla tavola o la paletta crepata o staccata dal manico; crepe o botte a chitarre senza i filetti sui bordi che normalmente dovrebbero rinforzare la giunte tra fasce e fondo o tra fasce e tavola. Torniamo al punto: la riparazione di uno stumento va fatta con serietà, con passione, con affetto come se quello strumento fosse il proprio, come se quello strumento fosse del più grande musicista o di un bambino che un giorno… lo diventerà.

 

 

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